Farini VIVO trail 2017: "Si vede il mondo"
Finalmente dopo più di un mese torno ai miei amati trail...ce la farò?
Questa preoccupazione mi ha tormentata sabato notte fino alla partenza di domenica. Marika, Vito ed io insieme al passo delle Pianazze (sopra Farini) pronti ad affrontare 1300 D+ in 28km.
Nonostante la nottataccia mi sono meravigliata per come mi sentivo durante i primi km, in genere ce ne metto almeno 4 per scaldarmi ed entrare nel mood, invece ieri stavo davvero bene, correvo liberamente, il respiro da subito ben calmo...mi sentivo capace di affrontare tranquillamente tutto!
Dopo qualche minuto perdo di vista Vito che come al solito si trasforma in scheggia e parte a razzo...anzi, a lama!
Percorro i primi metri con Marika ma alle prime discese sento che posso andare di più così approfitto del mio benessere per tirare un po’ e vado avanti con l’amico Antonio, conosciuto al Ballando. Primo ristoro molto presto rispetto il previsto, forse troppo presto, si beve e subito via.
Da qui inizia il percorso più bello, insidioso, divertente, snervante che io abbia mai fatto.
Si inizia con un bel single track molto ma molto stretto per passare su un ponticello fatto di piccoli tronchi traballanti, si passa qualche torrentino dove ovviamente in uno ci finisco dentro.
Inizia la scalata...dapprima è una lunga salita, in parte praticabile e in parte dura, ma davvero lunga, non vedevamo mai la luce di uscita. Da inesperta dovevo continuare ad alzare la testa in cerca di balise o segnali, così lascio andare avanti Antonio per avere la strada già segnata e non dover rallentare troppo. Finiamo il primo lungo salitone e ci guardiamo attorno...penso “sono stata troppo tempo lontana da voi cari monti”...che spettacolo gente!
Il dislivello si appiana leggermente e riprendiamo a correre fino al secondo ristoro posto all’11km...ci voleva proprio. Dopo poco vedo in lontananza arrivare Marika e Alessandro (il socio di Antonio)...provo ad aspettarli ma penso alla vera e imminente scalata al Ragola così dico ad Antonio che sarei partita subito perché tanto mi avrebbero raggiunto a breve.
Riparto da sola, corro, sto bene, mi diverto. Arrivo al bivio da cui parte la vera e propria scalata al Ragola...sì, una vera scalata. Prendo coraggio e via, comincio ad andare...poco dopo incrocio un signore scendere che mi invita a rallentare il passo altrimenti sarei scoppiata a breve...ci provo ma il mio passo riuscivo a gestirlo e così proseguo seguendo il mio feeling. Poco dopo, come previsto, mi raggiungono Marika, Antonio, Alessandro e Adele (mi salvò la vita al Ballando). Marika mi dice che questa volta è planata lei nelle prime discese e mi fa vedere le ginocchia sanguinanti...un po’ sorrido e un po’ mi preoccupo sperando che stia bene. Guardo in alto e vedo la cima del Ragola, penso che la cima sia roba da alpinisti, non da corridori, così chiedo a Marika se dovessimo arrivare fin lassù. Marika sa che dietro la mia domanda c’è il terrore così accenna un “secondo me sì”; le rispondo che ero davvero in dubbio sulla mia riuscita nell’impresa ma lei, tora qual è mi sprona e mi da grande coraggio.
Chi con le bacchette e chi con le mani (io e Marika da vere cinghiale) ci arrampichiamo sulla vetta. Davanti Marika, dietro io e a seguire gli altri...arriviamo in cima e chiedo a Marika “Cosa vedi?”. Mi risponde “Il mondo!”...a una risposta del genere non vuoi faro lo scatto per vedere?
Ragazzi che emozione...tutta la fatica in quei 12 km di continua salita sono scomparsi per magia alla vista di quello spettacolo...lasciatemi qui, non voglio scendere! Sono percezioni da vivere per capirle, per capire perché ci piace morire così tanto...devi farlo! E ieri il Ragola mi ha regalato la fatica più dura e l’emozione più bella che io ho vissuto finora in queste gare.
Ripartiamo praticando una discesa molto dura, molto tecnica, cominciamo a inciampare in qualsiasi cosa capitasse, sentivamo di essere marci dall’arrampicata ma proseguiamo in questo paradiso fino al terzo ristoro...piccolo rifornimento d’acqua principalmente e via. Affrontiamo dei saliscendi continui e penso “caspita...devo ammettere che il consiglio del Pres di allenarmi ad aumentare la velocità mi sta aiutando!” Prima non riuscivo a tenere il passo di Marika in queste gare...ora è il mio passo!
Corriamo, attraversiamo un bellissimo prato, subito dopo un bosco e prendo una storta...ci fermiamo un secondo tanto per capire se passa e passa subito per fortuna. Via fino al quarto e ultimo ristoro...testa sotto l’acqua perché oramai l’ora era molto calda e il sole si sentiva parecchio. Marika e Alessandro scommettono su chi arriva prima così si riparte, io e Antonio a fianco dei nostri soci combattenti. Faceva ridere la cosa perché eravamo tutti completamente marci, stanchi, accaldati, ci trascinavamo lungo il percorso e nonostante ciò questi due rugnavano tra loro, ovviamente in modo amichevole. Arriviamo a pochi metri dall’arrivo, è in discesa...che gioia...così prendo per mano Marika e scattiamo giù al traguardo mischiando sorrisi a lacrime di commozione.
Un grosso abbraccio con la mia socia, intravedo Vito, lo saluto e gli ordino subito due medie per noi. Finiamo la giornata con un bel brindisi tutti e tre assieme a Renato venuto in moto dopo la crono di Rivanazzano.
Un capolavoro...la Val Nure regala emozioni, regala sorrisi, regala anche insulti sulle sue alture, regala energie. Ora capite perché amo correre? Da provare!!!!
Sabina