GTM 2018

 

Ciao amici runners, come molti di voi sanno, domenica 17 Giugno si è svolta a Garbagna una delle manifestazioni clou della primavera/estate , il GarbagnaTrailMontebore 2018. 

Sugli scudi  le corvette Michela Sturla, seconda assoluta nella distanza 21K!! e Sabina Vercesi in grande spolvero nella 42K!!  

Proprio Sabina ci racconta la sua avventura:

Questa volta ho volute fare la persona con giudizio…beh, decidere di fare la 42k a Garbagna sotto il caldo di giugno non so quanto giudizio si possa avere, ma almeno ho lasciato che chi se ne intende mi preparasse. Ed ecco che anche per me arriva il momento di mettermi sotto le ali di super coach Federico Bertone a cui devo tanto per aver portato a termine questa fatica.

Garbagna è tosta, quest’anno il chilometraggio è aumentato, ma la difficoltà più grande era superare tutto con il gran caldo. Non so quante persone mi abbiano dato dell’incosciente a fare una cosa del genere, non so quante volte mi sono sentita dire che avrebbe fatto troppo caldo e gli ultimi giorni questo mi sconfortava un pochino, ma io sono peggio degli adolescenti, più mi dici di non fare una cosa e più per me diventa una sfida da affrontare.  

Armata di 4 litri d’acqua ingurgitati il giorno prima, mi trovo la mattina della gara con super Miky e il mitico Willy, che faranno poi un garone sulla 21k (Miky 2^ assoluta giusto per dire!). Arrivati in piazza Doria si sente già aria di festa…ma che bella è Garbagna e tutte le persone che ci sono! In coda per il ritiro pettorali mi ricordo di aver detto a Miky: “Ogni volta che sono in mezzo a tutti questi fisicazzi mi chiedo che cavolo ci faccio qui!” Fortuna che la mia socia ha sempre parole che spronano! Poi arrivano loro, i cinghiali dell’Oltrepò Trail con cui ormai condivido gran parte delle mie avventure, ragazzi speciali che hanno la capacità di farti ridere nonostante tu te la stia facendo sotto. Fedecoach mi dice di non diventar matta per i cancelli che mi aveva dato…certo, subito la mia testa malata a pensare di fare meglio!

Ci siamo, partenza e via, ma via tutti davvero, io non so che carburante mangiate al mattino, in meno di 10 minuti erano già tutti spariti! Rimarrò bene o male sola per tutto il tragitto, ma la cosa ormai non mi spaventa, anzi, mi vivo fino in fondo la mia gara, mi ascolto e ascolto il mondo esterno.

A parte il mio solito formicolio al piede nei primi km mi sentivo bene, ho affrontato la prima parte di gara con molta energia, riuscivo a spingere bene nelle salite, non mi ammazzavo in discesa, stavo facendo una gara con la testa. Il passaggio intermedio al 21^ in mezzo a Garbagna è stato di grande aiuto. Gli organizzatori ti danno una carica enorme e Renzo mi ha fatto sentire protetta e coccolata! Ero un’ora esatta in anticipo sulla tabella di marcia e anche questo mi ha fatto stare tranquilla.

Riparto per la seconda parte, ancora più carica, forse perchè sapevo che su quel tracciato c’eravamo solo noi disperati della 42! Non c’è voluto molto a pensare che gare come queste fossero le mie gare, nonostante siano bellissime anche le alter più corte, ma con le lunghe mi sento più a mio agio. Pensare di passare ore e ore in mezzo alla natura, facendo quello che mi piace, vedendo paesaggi mozzafiato che quando mai li vedresti, il mettersi alla prova e provare anche a superarsi…fantastico!

La seconda parte l’ho fatta tutta col sole battente e devo ammettere che mi ha messo a dura prova, mentre prima riuscivo a correre qualche salita ora invece regnava il disagio, a malapena prendevo un po’ di ritmo nei tratti pianeggianti oltre alle discese. Sapevo che in momenti di crisi avrei potuto chiamare la mia socia Marika che mi avrebbe dato sostegno e ammetto che dal 35^ al 41^ ero molto vicina a voler sentire la sua voce! Sì, fino al 41 perchè fino alla fine ti devi arrampicare! Però Garbagna merita tutta quella fatica, e merita di farla per intero perchè è un paradiso!

Arrivo in paese mantenendo l’ora di anticipo sulla tabella, vedo il mitico Marco Bava (alias angelo custode), subito dopo mio padre che mi incita per gli ultimi metri e al traguardo mia mamma e tutti i ragazzi a festeggiarmi come se fossi stata la prima!

Bella gara, bel percorso, bella festa, bella Garbagna, belle persone, tutto bello!!!

Un enorme grazie a Fede per la preparazione, forse non sarei riuscita manco a correre le ultime discese altrimenti! Grazie a Paolino che mi ha seguita in tutti gli allenamenti! Grazie a tutte quelle persone che hanno creduto di potercela fare, e grazie alla mia squadra che mi ha aspettata alla grigliata sociale con un bel ristoro vegan tutto per me fatto dalla mia tora Marika!!!

Sabina

 

THE ABBOT'S WAY 2018 L'anno delle corvette!!

INTRO

Ciao a tutti, nelle righe qua sotto troverete il racconto scritto da 4 ragazze speciali che la scorsa settimana con tenacia, spirito di squadra e tanta allegria hanno corso in staffetta la mitica Abbot’s Way.

Le condivido così, in modo spontaneo sperando che leggendole possiate respirare almeno un po’ di quell’aria magica che per due giorni ci ha accompagnato in questa fantastica avventura!

Da parte mia, in qualità di presidente del  Running Oltrepò e accompagnatore non posso far altro che ringraziarle senza dimenticare Marika che invece che a staffetta ha pensato di corrersela tutta da sola compiendo un impresa che per la nostra società è unica!

 Ancora una volta mi hanno reso orgoglioso di questo grande gruppo!!

Renato

 

    Paola

"Era una fredda mattina di gennaio quando durante una corsa con Michela lancio l'idea di una Abbot's way a staffetta. Subito mi dice di sì, reclutiamo anche Barbara e Sabina e via con l'iscrizione, indietro non si torna!
Non nascondo assolutamente i miei timori, 30 km non li ho mai fatti, di trail ne so poco, ma tra un allenamento e l'altro, un aperitivo e una chat WhatsApp, riesco a capire come muovermi e cosa portare.
Arriva la mattina della gara, sembriamo quattro ragazze in gita, riuscire a fare squadra anche in uno sport individuale è per me una gioia, condividerlo con delle amiche la è ancora di più.
Alla partenza tutti sembrano più: magri, allenati, preparati, attrezzati, più tutto di me!
Ma mi ripeto che in fondo io devo farne solo un pezzetto, ho la cattiveria per arrivare al cambio (forse), Marika deve farne 125!
Partiamo, con un unico pensiero, ne devo fare 15 di salita e il grosso è fatto. Subito per fortuna ci immettiamo in un budello, impossibile correre, si cammina in fila indiana e così è per circa 5 km. La strada si allarga, ci sono tanti tratti su asfalto,mi recupera un ragazzo di Parma che resta con me fino al 18esimo km. Arrivata a Sella dei Generali trovo Renato che mi affianca e mi invita a guardarmi intorno per godere della bellezza del paesaggio, ma non credo di avergli dato molta soddisfazione...(Scusa Pres!)
Arriva quella che doveva essere la parte più "facile", discesa lungo i sentieri e gli ultimi 2 km su asfalto, peccato che puntuali arrivino i crampi a farmi soffrire. Stringo i denti, al 24esimo chiamo Michela, sono contenta, felice, sto arrivando... Finché non sento una voce poco dopo che mi dice:"Dai Paola stiamo andando bene!" Sarà Davide? Ehm no.. sono io che mi parlo da sola!
Arrivo dopo quasi 30 km e qui davvero vedo Davide! Ultimi metri scortata dalle ragazze e cambio alla Barbara! Mi riposo un po' e andiamo a seguirla lungo il percorso, aspettiamo il suo arrivo a Bardi che ci aspetta con la sua fortezza. Da lì cambio a Michela e riesco a seguirle solo tramite WhatsApp ma mi aggiornano e riesco ad essere partecipe della loro, della nostra impresa, con l'arrivo di Sabina a Pontremoli.
Grazie amiche è stata una giornata indimenticabile, e grazie Davide, Renato e Fabrizio, un supporto fondamentale".

    Barbara

"Tutto inizia quando parlando con Paola dico che sono stufa di fare le solite gare ed ecco che mi propone di fare l'abbot's way a staffetta dove accetto immediatamente con entusiasmo . Non avendo mai fatto trail, tra l'altro così impegnativi,chiedo consigli e informazioni ad amici sulle tipologie del percorso,  in particolar modo il mio tratto. All'inizio il fare la staffetta e condividere questa esperienza con Delle amiche mi entusiasma molto ma alcuni giorni prima della gara il timore di non farcela aumenta non tanto per i km ma per la tipologia di gara. Arriviamo al giorno della gara dove tutte e 4 assieme ci dirigiamo a Bobbio per accompagnare Paola alla partenza. Dopo aver assistito la partenza molto emozionante sul ponte gobbo ci avviamo verso Farini. Finalmente tocca a me dare il cambio a Paola e parto. Affronto i primi 10 km con entusiasmo, i km passano  velocemente senza troppa fatica dove saliamo verso Groppallo, più avanti trovo le mie compagne e Davide ad attendermi dove mi incitano . Con tutta questa carica ed entusiasmo ops...... sbaglio strada  e dopo circa 2 km mi accorgo dell'errore, torno indietro  alla ricerca del sentiero corretto (era il mio più grosso timore della gara ed è successo) . Rientrata sul percorso corretto trovo alla mia ricerca Micky e Saby,vedendole mi sono rincuorata e ricaricata per affrontare la salita del monte Lama. Quindi con fatica raggiungo la vetta più alta del mio tratto, siamo a 1350m dove a sorprendermi c'è la pioggia e qualche chicco di grandine a farmi compagnia ma ci sono tre ragazzi con i quali ci scambiamo qualche parola di conforto. Quindi iniziamo a scendere per 9km circa sopra un terreno sdrucciolevole in una discesa interminabile . Finalmente vedo in lontananza la Fortezza di Bardi, quindi ancora un piccolo sforzo ed è fatta.. .percorro gli ultimi km e l’ultima salita dove sento le urla Delle mie compagne , ci sono anche Renato e Davide ad accogliermi..
L'abbot's way oltre ad essere una gara è stata una bellissima avventura che ho condiviso con delle persone speciali . Grazie Paola, Micky, Saby
a Renato e Davide per il supporto e a Fabrizio per la preparazione".

 Michela

"...che poi, quando fai l' Abbot's e la fai in staffetta con amiche, ti rimane ben poco dei 35 km corsi..non che non sia stata dura, anzi... Ma quando ripenserò al 28 aprile 2018, avrò davanti agli occhi  la partenza a Bobbio, il passaggio sul ponte. Tanti partenti staffettisti come noi, ma il mio cuore lì era con super Marika che di km ne avrebbe percorsi 125...e sapevo che li avrebbe percorsi! L' Abbot's mi ricorderà  2 mucche e 2 asinelli che abbiamo avuto davanti alla macchina per un km prima di Farini e che non ne volevano sapere di darci la precedenza, sarà la voce squillante di Paola che al 26°km mi ha chiamata dicendo che stava arrivando..L' Abbot's sarà la concentrazione di Barbara al passaggio a Groppallo che avrebbe fatto invidia ad un centometrista!

Avrò davanti agli occhi lo spettacolo di un paesino incantevole qual è  Bardi e l' arrivo di Saby a Pontremoli..un missile!! che fatica arrivare al traguardo con lei… ma una volta tagliato il traguardo gli abbracci e l' emozione di avercela fatta spazzano via ogni fatica.

Questa è stata la mia gara e a dire il vero non solo perché manca il 29 aprile, altra giornata indimenticabile.

Per quanto riguarda la mia frazione, come dice Nives Meloi, bisognerebbe partire senza nessun altro peso che non sia il tuo zaino e quello del tuo corpo. Non era questo il giorno, non era questo il caso. Le gambe volevano andare ma la testa si rifiutava, a volte accade..anche senza un motivo apparente.. Per fortuna c'era il cuore, che mi incitava a sbrigarmi per permettere a Saby di partire con la luce e tra una salita e un falso piano (ma le discese dov' erano???) arrivo a Borgotaro... Grazie amiche e amici per quest' avventura e grazie ancora una volta alla corsa, senza la quale non avrei conosciuto persone e luoghi meravigliosi.."

 Sabina

"30 km li posso fare, 30 km a lama quello mi è molto più difficile, ma dovevo almeno provarci per le mie compagne di squadra. Avevo l’ultimo frangente di gara, la notte, ma ho voluto vivere tutta l’avventura dall’inizio, dalle 4 del sabato mattina, perché eravamo una squadra ed è questo che la staffetta di lascia più di tutto. La corsa in generale è uno sport individuale, ma la staffetta unisce, corre una per tutte! Paola, Barbara e Miki in successione, non riuscivo a riposare perché la mia mente era con loro e per quello che avrei dovuto affrontare. Non ho potuto preparare una gara così veloce, quindi i dubbi erano tanti e soprattutto era tanta l’agitazione per essere all’altezza delle altre mie tre socie, talmente tanta che lo stomaco ha cominciato a ribellarsi, ma ero felice di condividere con loro questa bellissima esperienza. Siamo a Borgo Val di Taro io e Barbara ad attendere Miki, ed eccola che arriva, batto il cinque e parto, portando con me la forza di altre tre super atlete. L’inizio era una bella salita corribile e cerco di spingere un po’, forse troppo quando al 6° km incrocio Miki e Barbara che mi dicono di rallentare per non scoppiare, ma non mi importava, il mio obiettivo era dare più di quello che avevo. 1000 m circa di dislivello nei primi 13/15 km, accendo la frontale e inizio a salire con mani alle ginocchia. Comincio ad avere freddo ma non mi interessava, dovevo andare, non volevo perdere tempo per coprirmi.

La notte, la solitudine...beh, mica tanta dato che son sempre stata accompagnata da cinghialotti che probabilmente mi prendevano per pazza! Ad ogni modo tutto prendeva magia, un altro mondo. Arrivare in cima al passo del Borgallo in piena notte mi ha regalato un attimo di potenza, quel sentirsi invincibili che mi ha dato ulteriore spinta per accelerare ma, aimè, l’essere incosciente lo si paga ed ecco che arrivano i crampi allo stomaco. Faccio finta di niente, corro a ritmi che in quel momento non volevo manco sapere, ma qualche volta lo stomaco ha avuto la meglio, perdo qualche secondo, riprendo subito perché al traguardo c’erano le mie socie che mi aspettavano e ogni volta che andavo in crisi pensavo alla mia tora Marika che doveva farne 125!!!! Ed eccomi a Pontremoli, talmente stanca che fatico a mettere a fuoco le figure ma riconosco la voce di Nicola che assieme ad Anna sono venuti al traguardo, mi danno nuova energia, prendo per mano Miki e Barbara e corriamo assieme sotto il gonfiabile dell’arrivo! Mi hanno sempre detto che fare la Abbots a staffetta fosse divertente...è assolutamente vero! È divertente condividere un viaggio e ci ha regalato quello spirito di squadra che nel nostro sport è raro trovare!"

Maremontana 2018 "Dalla sabbia alla neve"


Per me Maremontana non è stata solo una gara ma un viaggio ricco di amici, luoghi e avventure! Mai affrontato fin’ora una distanza del genere, 45km, poi mettiamoci pure il super dislivello e tutti i miei amici potranno confermarvi l’agitazione che avevo addosso! Assieme alla ciurma composta da Renato, Marika, Vito, Marco, me e il fantastico Russel siamo partiti assieme sabato pomeriggio direzione Loano. Arrivati siamo andati subito a ritirare i pettorali...”subito” per dire perché grazie alle mie ovvie e chiare indicazioni siamo finiti a Borghetto Santo Spirito, così ci siamo sparati quei 9km a piedi giusto per scaldarci per il giorno dopo. Al ritiro pettorali incontriamo gli amici di Cantieri Sportivi assieme al mitico Marco Bava che mi accoglie con il suo splendido calore, mi ha fatto un enorme piacere riabbracciarlo! Io e Marika andiamo al porto per briefing e vedere l’anteprima di Duality, un film sulla doppia vita di 4 donne runners pazzesche, che carica! Cenetta tranquilla in albergo con gli amici Willy e il Bebo e subito a nanna che ci saremmo dovuti svegliare alle 4 (cambio ora compreso). In camera con Marika e Russel abbiamo girato nel letto tutta notte, avessimo chiuso mezzo occhio per 10 minuti e invece niente di niente, l’ansia per la gara ha avuto la meglio. Colazione bella abbondante assieme ad altri runners dell’albergo, salutiamo Renato che correndo la 20k si sarebbe alzato più tardi e via al buio e gelo verso la partenza. Sinceramente non ricordo a che pensassi in quel preciso momento ma sicuramente speravo che il mio fisico resistesse, che la sciatica mi lasciasse in pace, e di finirla nel tempo massimo. Avevo paura, tanta tanta paura, mi guardavo attorno ed ero circondata da super trailers...che cavolo ci facevo lì?! Fortunatamente arriva lo sparo di inizio e via, giù per la spiaggia per qualche metro e subito perdo gli altri tre soci ma sulla passeggiata mi recupera Marco e andiamo a raggiungere Vito per percorrere assieme la via fino al famoso imbuto dove parte il sentiero. Purtroppo uno spiacevole evento ci ha costretti a rallentare maggiormente, perdiamo Marco ma io resta aggrappata a Vito e assieme percorriamo la prima mega salita. Uno scenario spettacolare, al buio (che mi gasa tantissimo), alzo lo sguardo e vedo una fila di lucine avanti che salivano lungo il percorso, subito dopo invece l’alba mentre noi eravamo già alti così da godersi uno scenario che non si può raccontare, è da vivere! Non so come, forse la bella compagnia che avevamo attorno, ma affrontiamo la prima infinita salita con la giusta fatica ma senza morire eccessivamente. Vito prende la distanza e se ne va. Proseguo da sola, anche se sola non la sono mai stata, e arrivo al primo ristoro dove incontro Marco appena volato per terra. Facciamo qualche km assieme e alla prima discesa ne approfitto del mio punto forte e vado. Io amo il terreno ligure, è roccioso, compatto, stabile sotto i piedi, mi ci diverto da matti! C’era un’aria assurda, freddo, in certi punti invece caldissimo, poi di nuovo freddo, la neve, ma che posti ragazzi, che luoghi, che patrimonio che abbiamo! Dalla sabbia alla neve è lo slogan di questa gara, e noi abbiamo assaporato ogni centimetro tra questi due poli! Il personale lungo il percorso è da ammirare, per tutte quelle ore al freddo sempre gentili e disponibili, delle persone davvero splendide!!! In tutti i km che facevo mi sorprendevo per come reagivo, non avevo mal di stomaco, ma non avevo neanche fame, ho gestito bene l’idratazione, non ho mai avuto il mio classico male alle gambe dopo le salite, tutte sensazioni estranee a me ma per fortuna che erano queste! Solo verso il 38° comincio ad avere un po’ di crisi quando scopro che il percorso è stato allungato di 3 km. Uno pensa “hai fatto 45, 3 in più che vuoi che sia?” Vero, ma la testa non la pensa così! Ho arrancato per tre volte quella che doveva essere “l’ultima salita”, continuavo a guardare l’orologio, ero di gran lunga entro i tempi ma ero stanca e volevo finirla il prima possibile. Arrivo in paese dove vedo gente che mi applaude e mi incita, incrocio Renato ad attendere Marika, ultimi metri sulla sabbia (avete sentito tutti le mie imprecazioni?) ed eccomi sotto l’arco dell’arrivo, birra in mano e un’altra avventura da tenere stretta nei miei ricordi!!!! Grazie a tutta l’organizzazione della Maremontana, al personale dell’albergo che ci ha ospitato, agli amici ritrovati e ai miei soci di viaggio con i quali, e grazie ai quali, ho potuto vivere una delle esperienze più belle della mia vita!

 

Sabina

Firenze MARATHON 2017

A Firenze tre corvi e due P.B.

Amici che domenica da urlo quella appena passata!!!!! 

A Firenze tre finisher!!!! Oltre a Calderoni che porta a termine la fatica, due P.B!!!!

Grande prestazione di Anna Ramaioli che alla sua prima maratona preparata veramente sfodera un real time di 3:19:47 ( giù il cappello veramente!!!) e del nostro Luca Cotta Ramusino che ci racconta qua sotto con tanta simpatia com'è andata...

 

La mia maratona  (un corvo a Firenze...)

E niente... aveva ragione l'Anna Ramaioli. La corsa è matematica. Non puoi raccontarti le balle. Se non ci metti i chilometri, la fatica, le ripetute... non puoi sperare di arrivare lì il giorno della gara e fare il tempone. Comunque.

Quaranta minuti. Ho migliorato di quaranta minuti rispetto all'ultima maratona. Quindi delle due una. O mi sono allenato come un assatanato, oppure l'ultima volta non avevo cognizione di cosa stessi facendo. Conoscendomi, propendo per la due.

Ma torniamo a domenica. I tapascioni come me partono dall'ultimo recinto, il fucsia, e con tempismo perfetto le prime gocce iniziano a cadere proprio mentre passiamo sotto l'arco della partenza. E si comincia bene...

Piazza San Marco, i Viali, si gira intorno al cimitero inglese e si torna, tutti intirizziti, piove, tira vento, fa un freddo puttano... i volontari ci fanno coraggio, Porta al Prato, dai che ti sei scaldato ormai. Le Cascine, il monumento all'indiano, anda e rianda dentro il parco, 10Km oddio mi scappa. Corri dietro un albero. Sto parco non finisce più. Helen sbuca fuori dal nulla salta su e giù e mi fa venire da ridere. Il primo gel. Ancora Helen al sottopasso della tramvia faccio la faccia da figo ma sotto sotto penso "non fare tanto il ganzo che sono solo 15".

Ponte alla Vittoria e siamo in Oltrarno, la pioggia peggiora. San Frediano, ma quant'è bello anche sotto quest'acqua maledetta. Attraversiamo Ponte Vecchio tra due ali di folla che fa il tifo nonstante tutto, giù per gli Archibugieri, il colonnato degli Uffizi, un francese con un fisico della madonna corre come in trance e continua a ripetere alla morosa "c'est magnifique, c'est magnifique"... Francese cazzo, piove! Lo vedi che piove o no? Vabbè.

Ponte alle Grazie, sto pezzo mi ha sempre fatto schifo, e la pioggia non molla, Piazza Ferrucci, rientra, dai guarda che c'è il segnale della mezza, dai. Sono un ratto mezzo annegato, ma guardo i volontari che stanno facendo casino sotto l'acqua, noi almeno abbiamo dalla nostra che stiamo correndo e ci teniamo caldi. Loro sono lì a gelarsi il culo per sei ore. Grazie ragazzi.

Di nuovo alle Grazie, Helen sembra abbia visto un fantasma. Fradicio. Corso Tintori, Santa Croce, la banda che suona riparandosi sotto i tetti zumpa zumpa zumpappà. Come cazzo vi viene in mente di farci passare da Via Ghibellina a momenti ci lascio le caviglie accidenti alle vostre corna ramificate. Dai che smette, dai che smette.

Giù lungo l'Arno verso il teatro tenda. Cotta non rompere pensa a quante volte l'hai fatta, conosci ogni maledetta fessura nel marciapiede. Prendi un altro gel e tira avanti. Via Aretina che palle adesso comincia la parte pallosa, Helen te l'aveva detto l'anno scorso. Mi riscappa. Faccio finta di non vedere la vecchietta che passeggia il cane, e lei fa finta di non vedere me.

Campo di Marte. Palle palle palle, ecco bravo rifattela anche dall'altro lato dei binari, se di là non c'era un cazzo da vedere figurati qui. Ragazzina merdina che prendi tutti per il culo all'altezza di Ponte al Pino, sappi che ti verrà un acne tale che non ti si tromberà nessuno. Per anni e anni e anni. Questa è la maledizione del maratoneta. Ovvia!

E fatti sto giro intorno al Franchi, e fatti sto giro dentro al Ridolfi... Baroncini te devi solo ringraziare che ti voglio bene ma lasciatelo dire, fai proprio dei percorsi del cazzo. Dai un altro gel. Ha smesso, mi si stanno finalmente asciugando le braghe. 

Cavalcavia dell'Affrico non ti temo, Signore fammi andar via da sto posto infame. Dai che rientriamo. Attraversa i viali, mercato coperto, in Borgo la Croce Helen grida "You've got this!" e va bene dai, Via Pietrapiana è come andare a spasso il sabato pomeriggio, che sarà mai, la loggia del pesce, Borgo Pinti... 

Via dell'Oriuolo, hai il Duomo davanti, ti rendi conto? Ah, no, niente, falso allarme. Baroncini maledetto, guarda che giro ti sei inventato. Il percorso si attorciglia intorno al centro come un boa constrictor. Non si arriva più. Helen ti scatta una foto in Piazza del Duomo mentre pensi "Baroncini ma io ero già arrivato qui venti minuti fa! Che giro inutile mi hai fatto fare?"

Non vorrai mica fermarti adesso. Gel. Ci sono le ballerine di flamenco in Via del Proconsolo. Oppure i gel mi danno le allucinazioni, a questo punto non saprei.

Lungarno Vespucci e il cartello dice Km 40. Dai che non ne posso più. In questo momento potrei essere a Firenze, a Vladivostok o su Marte. 

No aspetta, che ci faccio in Via Calzaiuoli? E niente, a 52 anni suonati ti ritrovi a fare le facce da pirla davanti a perfetti sconosciuti, a mulinare le braccia manco fossi Tardelli ai mondiali dell'82. Giri l'angolo al Bigallo, Helen sorride e inaspettatamente Nick e Anna gridano "Lucaaaa!!". E davanti ti vedi Via dei Pecori e il traguardo. 04:48:02. Ne è valsa la pena. Medaglia, space blanket, i volontari si assicurano che tu sia coperto e sufficientemente idratato, una signora mi passa una busta con dell'altra acqua, una barretta... e una birra?? Baroncini non hai di cognizione. Ci vediamo l'anno prossimo.

Luca

 

 

"RUN FOR AIL" Cantalupo Ligure

 

Una scelta importante decidere di correre la Run for Ail. 37Km, 2500 D+, una distanza
considerevole, un dislivello ancora più significativo. Era da fine agosto che si pensava di correrla,
solo giovedì scorso ho preso la decisione di iscrivermi mettendo in conto che l’avrei fatta con
filosofia, e il cuore in pace per un probabile ritiro. Ancora oggi la mia schiena ogni tanto mi manda
segnali che ha bisogno ancora di essere coccolata, per fortuna gli esercizi che mi ha dato Andrea
Campagnoli sono davvero miracolosi (grazie ancora) e attenuano il segnale di allerta.
Domenica mattina, io e la mia socia Marika si parte direzione Cantalupo Ligure. Alla partenza tante
persone mi hanno dato della matta a fare una gara del genere dopo un fermo di un mese e mezzo...e
come biasimarli? Purtroppo però devo convivere con la mia testa dura e Marika lo sa, infatti appena
prima di partire mi ha detto quel “Certo che ce la fai!” che mi ha accompagnato in mente per tutto il
tempo.
Sulla linea di partenza inizio a vestirmi di più, faceva troppo freddo e mi sarei presa davvero un
accidenti altrimenti. Si parte, dopo qualche km inizia a piovere ma era talmente leggera che non ci
facevo neanche caso. Passa un’oretta neanche e diventa obbligatoria la giacca impermeabile, non la
toglierò fino al traguardo. Quanto fango! Non riuscivo a stare in piedi, in salita puntavo le bacchette
e i piedi scivolavano giù, che fatica! Al 13° ho pensato al ritiro...iniziava a farmi male sotto il
gluteo, avevo una paura tremenda che mi tornasse il dolore di questa estate. Mi sono data del tempo,
vedere se con una discesa riuscivo a sostenerla, ma la discesa è arrivata solo attorno al 20° circa.
Nel frattempo sulla cresta mi sono dovuta fermare, vado incontro a un cancello, non c’erano sentieri
di fianco, penso di doverlo scavalcare ma prima di entrare in una proprietà privata avrei dovuto
esserne certa. Non c’erano balise, provo a chiamare l’organizzazione ma il telefono non prende, la
traccia gps non caricava, allora ho aspettato che arrivasse la scopa per avere dei lumi. Riparto e
attraverso un campo di mucche e arrivo fino la cima. Tutta quella salita così ripida e difficile da
praticare a causa del fango mi aveva uccisa, ripenso al ritiro ma vedo che nonostante il marciume
riesco a reggere la discesa anche se alle volte dovevo fermarmi perché prendevo degli scivoloni
enormi da farmi far movimenti non tanto adatta alla mia schiena. Sapevo che avevo ancora una
salita verso la fine...non me l’aspettavo così lunga e ripida. Al primo scivolone inizio a piangere, la
testa mi stava abbandonando...penso a Marika, penso che lei non avrebbe pianto ma si sarebbe
arrabbiata e sarebbe andata ancora più forte. Mi placo il fiato dal magone, prendo coraggio e
riparto, ma al quinto scivolone rinizio a piangere, mi innervosivo perché era già difficile e in più
non riuscivo a stare in piedi. Non so come ma arrivo in cima...è fatta penso. Discesa finale, Marika
mi chiama preoccupata, io la rassicuro che ero all’ultimo km. Un onorevole Davide Ansaldo mi
viene incontro e mi porta fino al traguardo, è stato un gesto davvero umile e nobile da parte sua!
Ed eccomi alla fine, 20 minuti in più del dovuto ma mi accolgono come se fossi la prima. Inizio a
piangere, a dire il vero piango ancora adesso a scrivere questo racconto. Marika mi abbraccia,
Marco dell’organizzazione pure, tutti mi fanno festa, che persone splendide!!!!
Una bella doccia calda e pasta a gogo assieme ai reduci dell’evento.
Che giornata! Ecco la mia prima lunga...me la ricorderò per sempre. La fatica, l’incertezza, i dolori,
la rabbia di non riuscire a stare in piedi. Ho la fortuna di essere una testa dura perché avrei dovuto e
potuto ritirarmi più volte durante la gara ma non è contemplato per me. Come dico sempre,
”piuttosto sui gomiti!”
Oggi non riesco a muovere manco le braccia, forse solo le palpebre non mi fanno male, ho dormito
col ghiaccio sotto i piedi, continuo a piangere per l’impresa, sinceramente un po’ combattuta per
non aver fatto il tempo che volevo...ma sarà per la prossima!
Tatoooooo

Sabina